martedì 22 settembre 2015

Castrare l'ascoltatore. John Lennon demonio e santino

L'ho già riscontrato fra gli amanti della letteratura, del cinema; delle arti in generale. Un fenomeno di massa, esteso anche ad alto livello: coinvolge critici, giornalisti, professori universitari; ovvero coloro che dovrebbero, per mestiere e passione, separare il grano del loglio, la cattiva letteratura (e la cattiva musica et cetera) da quella degna di considerazione.
Un fenomeno di massa, dicevo. Consiste nell'ignorare pesantemente il passato. Il pallido ambito di questi zombie critici, il cono di luce dei loro apprezzamenti (le stroncature non esistono più: fanno perdere soldi) copre solo il presente; o l'immediato passato; qualche coraggioso (rarissimo) si spinge sino al passato (molto) prossimo.
L'abbiamo già spiegato; ciò significa una cosa sola: la critica, tutta la critica, ha abdicato alla propria missione e ha consegnato le proprie armi estetiche all'industria. Ciò che esce oggi è buono e degno; il passato è da dimenticare. Per questo si fanno classifiche (cinematografiche, ad esempio) in cui, su cento film, circa la metà (e forse di più, dipende dalla serietà della testata) sono prodotti licenziati negli ultimi venti anni. L'industria reclama questo: deve vendere, vendere in blocco, milioni miliardi di scatoloni di CD e DVD, deve riempire cinema multisala e teatri: mica può indugiare sul chiaroscuro di Jacques Becker, Georges Franju e Eizenstein.
C'è una sola eccezione a tale regola commerciale: il santino.
Il santino (di un artista: letterato musicista; ma anche di un politico) è una concrezione perbenista e conformista che si è coagulata in decenni di propaganda.
Se un artista non appartiene al tempo presente (e quindi non è immediatamente fruibile in senso commerciale) entra in scena il santino.
Il santino di Pasolini, per esempio. Il santino di Che Guevara. Il santino di Nelson Mandela. Il santino di Giacomo Leopardi, di San Francesco.
Ci sono anche santini negativi: il santino di Céline, di Sade et cetera.
Quello sotto è il santino di John Lennon che abbiamo esaminato qui:


I santini di un personaggio hanno poco o nulla a che fare con il l'opera e il pensiero del personaggio stesso.
I santini sono esseri umani dilavati, liofilizzati, potati delle asperità e ricoperti di biacca zuccherosa; e da ultimo esposti sulla bancarella universale del Mondo Connesso.
I santini sono molto apprezzati su facebook. Sui santini si scrivono tesi di laurea e dottorato; si improvvisano saggi, discorsi, celebrazioni.
Tuttavia (è solo un esempio, ma so di cosa parlo) il santino di Pier Paolo Pasolini non ha nulla a che fare con il reale Pier Paolo Pasolini: come lo si evince dai numerosi volumi pubblicati e dai numerosi film editati in DVD. 
Infatti, quasi sempre, chi tratta con i santini ignora con iattanza e spavalderia (a volte dolose, a volte no) l'autentico pensiero dell'artista così santi(ni)ficato.

Oggi ha suscitato grande impressione (sui social network) un John Lennon che, su di un palco, forse aizzato da Paul McCartney, imitava i versi di alcuni disabili.
Amarezza. Delusione. Platee dei social sconvolte. Uno scandalo.
Non troppo scandalo, tuttavia, perché con Lennon ancora si fanno i soldi.
E tuttavia ... quell'immagine del giovane Bitolz che scimmiotta le movenze degli handicappati ha messo a disagio chi si nutre di santini; di chi, magari ignorando quell'epoca e, forse, pure le canzoni dei Bitolz e di Lennon, s'era costruito nella capoccia, a furia di copertine idiote discorsi idioti critiche idiote, la mummia politicamente corretta di un tizio di Liverpool votato a pace-amore-libertà (love love love).
Ormai è così. Persino Miss Italia dà scandalo dichiarando che avrebbe voluto vivere in tempo di guerra. Evidentemente anche tale blanda dichiarazione contrasta, inconsciamente, con il santino di Miss Italia che, dopo la vittoria, scorreggia di solito frasi come: "Viva l'amore, sono molto contenta, voglio tre figli pace pace pace spero in Papa Francesco, ciao mamma e papà".

Siamo tutti più buoni; castrati direi; un popolo di eunuchi che si autocensura; basta guardare le solite galline in lacrime nel dopo affaire Lennon: roba da imbracciare l'AK 47.
La bontà è un sistema pervasivo di governo e dominio.
La bontà a ritroso (retroattività del politicamente corretto) produce santini.
Purtroppo estirpare il male, l'irriverenza e la cattiveria dall'arte significa cancellarla.
E infatti ... 
Per fortuna è alla porte una guerra; la guerra anelata, benedetta.

2 commenti:

  1. Caro Vlad, nella terra di nessuno, mi è stato rimandato l'incontro con l'assessore dalla sua segretaria al prossimo mercoledì c.m. Aspetto quest'ultimo incontro, poi vado in Procura. ciao

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