giovedì 17 luglio 2014

Fermáta - Fermáta (1975)/Huascaran (1978)

La storia della musica, di una particolare musica: la musica rock. Solo a sistemare la soffitta del passato ci vorranno decenni ... gli album zampillano da tutte le parti ... su questo ci siamo già soffermati ... le gerarchie stabilite vengono lentamente sovvertite, i giudizi di valore resi saldi dalla pubblicità, dall'ignoranza e dalla pigrizia e dall'imprinting adolescenziale (tutti lì come le papere neonate dietro le triadi inglesi o i genere: folk, country, country rock, e via così), svalutati ... le pedine vengono scoperte; il gioco appare in una nuova luce, molto più ampio; la scacchiera si anima, le sessantaquattro caselle non ci bastano: si ridisegnano mappe con interi continenti su cui si stende la desolante pittura bianca della terra incognita: il progressive americano, il metal nordico, il blues giapponese e, non ultimo, il prog jazz cecoslovacco, come nel caso dei Fermáta (František Griglák, chitarra; Tomáš Berka, tastiere; Anton Jaro, basso, percussioni; Peter Szapu, batteria, percussioni) ...
Va bene, ci getteremo nella missione a viso impavido: solo per gli anni Settanta c'è da ascoltare per almeno due anni ... e io ascolto, per carità, ho familiari comprensivi, nessun vizio da soddisfare, una insonnia indomabile, una capacità di giudizio temperata da più di trent'anni - una competenza che mi spinge a ordalie sommarie e cruente capaci di farmi risparmiare tempo prezioso (Umberto Eco dixit: non l'ho letto e non mi piace; io: l'ho assaggiato appena e non mi piace) ... e tuttavia mi chiedevo, fra un ascolto e l'altro (nello specifico: Yezda Urfa e Pollen, progressive american canadese ...): non mancherà qualcosa, non dovremmo stilare (a latere, s'intende) anche una storia degli strumenti e dei loro timbri, annotare le marche di tastiere, chitarre e grancasse oppure rimarcare la diversità e qualità delle produzioni? Perché un disco progressive o fusion qualsiasi, anno 1972, al netto di composizioni memorabili, suona più godibile rispetto a un pari grado degli Ottanta (e quest'ultimo suona peggio)? I Pink Floyd, in uno studio di registrazione bulgaro, cosa avrebbero combinato? Perché un dato fenomeno musicale (il grunge, le boy band, l'epic metal) finisce per appiattirsi su alcune soluzioni stilistiche e compositive, ripetute sino alla sazietà, anzi sino alla distruzione del fenomeno stesso? Perché i Fermáta e i Jefferson Airplane e gli eroi del kraut, entrati negli anni Ottanta, dilapidano tutti, con dovizia e solerzia, il loro talento? Calo di ispirazione? In simultanea? No, impossibile ... c'è da indagare ...

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