martedì 10 giugno 2014

Virgin Forest vol. 5 - A new touch of South America Hermeto Pascoal - Slaves Mass (1977)/Jaivas & Pablo Neruda - Alturas de Macchu Picchu (1981)/Bacamarte - Depois do fim (1983)

Los Jaivas

Ecco Mario Praz nel saggio Edgar Allan Poe, genio d'esportazione*: “Autori poco noti o screditati nel loro paese godono all'estero d'una rinomanza che sembra inesplicabile. Qualunque opinione possa aversi in Inghilterra circa Byron o Wilde, non v'è inglese che non rimanga stupito nel sentir nominare quegli autori  accanto a Shakespeare dalle persone cosiddette colte del continente. Simile è la sorpresa del russo nel veder esaltato ai sette cieli, in Inghilterra ad esempio, Cechov, mentre autori più grandi di lui sono mal noti o ignorati ... Provatevi ... a leggere la History of Italian literature di Garnett. Lì incontrerete il gran poeta Alessandro Arnaboldi che, dice l'autore di quella storia letteraria ‘possedeva un supremo dono per la descrizione ed eccelleva nella lirica grave e solenne, nel genere di Matthew Arnold’ ... Poco sotto, a darvi un quadro della moderna poesia italiana, Garnett citava l' ‘eccellente produzione poetica di Giovanni Marradi, Giuseppe (sic) Pascoli e Alfredo Baccelli’. ... Poche righe più oltre lo squisito dilettante Carlo Placci veniva citato accanto ad Antonio Fogazzaro e via di questo passo, di modo che l'italiano che legga quella storia letteraria non sa più in che mondo si trova: come se una banda d'ubriachi fosse entrata in casa sua e si fosse divertita a mettere gli sgabelli sui tavoli, le poltrone in cucina e le scope nei vasi da fiori".

Alludendo alla scarsa fortuna di Poe nei paesi di lingua anglosassone e amplificando il detto 'Nemo propheta in patria', Praz sembra suggerirci: attenti ai giudizi di valore quando rovistate fra le bibliografie altrui ... E potrebbe aggiungere: fra le discografie altrui.
Il pericolo c'è: quando si entra in terra incognita il rischio di sopravvalutazioni, trascuratezze e disomogeneità è altissima. Tempo fa, ad esempio, lessi una recensione inglese o americana all'album degli Etna, band progressive nostrana di seconda fascia: cominciava con queste parole poco cautelose: “The best jazz-rock album ...”.
Addentrandoci nel folto della foresta, insomma, gli abbagli possono moltiplicarsi (la vegetazione, il caldo, il sole a picco), ma, a tal proposito, occorre fare subito due considerazioni piuttosto rassicuranti:

- La musica non è la letteratura. Non esiste la grossolana falsificazione della traduzione, poiché il linguaggio musicale, mi si perdoni la banalità, è universale. Carbonio, silicio e fluoro hanno lo stesso numero di protoni ed elettroni in Italia, su Marte o su Betelgeuse. E 7 + 5 equivale a 12 in una aula elementare oppure in un buco nero ... E così è la musica, simile al Fuoco di Eraclito o alla Volontà di Schopenauer, totale e unica, pur nell'infinita permutabilità dei timbri, degli accenti, delle esecuzioni, dei campanilismi sonori.

- Uno sguardo straniero può fallire nella valutazione di tale permutabilità (gli manca, è vero, la sensibilità primigenia che fa apprezzare certe sfumature e rende naturali al palato alcune soluzioni, ritmiche o compositive), ma, al contempo, nella sua innocenza, tale occhio è libero dal pregiudizio della tradizione; soprattutto in un settore musicale dove l’ingombro del passato è quasi nullo: sempre da Bill Haley e Rock around the clock datiamo la nascita del genere ...

Suggerisco, peraltro, in considerazione di tale terminus post quem, due praticissimi acronimi: A.H. (Ante Haley) e P. H. (Post Haley).
Esempi: La vie en rose è del 9 A. H.; Depois do fim dei Bacamarte fu pubblicato in Brasile nel 29 P. H.; e così via.

Hermeto Pascoal (Brasile) - Slaves mass (1977).

Jaivas/Pablo Neruda (testi di) (Cile) - Alturas de Macchu Picchu (1981). Mario Mutis, voce, chitarra, basso, quena, zampoña; Gato Alquinta, voce, chitarra, basso, quena, ocarina, zampoña; Eduardo Parra, tastiere, flauto; Claudio Parra, tastiere; Gabriel Parra, voce, silofono, corno, batteria, percussioni.

Bacamarte (Brasile) - Depois do fim (1983). Jane Duboc, voce; Marcus Moura, flauto; Mario Neto, chitarra; Sergio Villarim, tastiere; Delto Simas, basso; Marco Veríssimo, batteria; Mr. Paul, percussioni

* Contenuto in Mario Praz, Il patto col serpente, Leonardo, 1995

3 commenti:

  1. Tante verità, oggi!
    Anche per il cibo funziona così, basti pensare che sicuramente chi ha viaggiato un pochino ha visto fior di risporanti italiani vantasri degli spaghetti alla bolognese (che di fatto NON ESISTONO). Le visioni dall'esterno però sono salutari, e i motivi sono già stati esaminati nel post.
    Non saprei riguardo a Haley... dipende se si vuole prendere come riferimento il rock n roll in classifica (haley), il rock n roll di qualità (berry) o il Rock n roll come fenomeno mediatico (Presley). Forse occorrerebbe trovare un anno che possa accorpare tutti e tre gli aspetti ('55, '56?).
    Salutoni!

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    1. Li ho mangiati a Budapest. Gli spaghetti alla bolognese.
      Quello di Haley era una provocazione per farci quattro risate.

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    2. Ma sai che quella di Haley invece è una cosa interessante! Sta già fantasticando di una linea del tempo per la musica popolare, una roba, parallela al consueto, in cui c'è safe as milk al posto di rubber soul, modern dance al posto di hotel california....

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