domenica 26 gennaio 2014

Nurse With Wound list vol. 33 (Opus Avantra/Orchid Spangiafora/Out of Focus/Ovary Lodge/Tony Oxley/Evan Parker & Paul Lytton)

NWW list vol. 33. Keith Tippett

196. Opus Avantra (Italia) - Introspezione (1974). Opus Avantra, ovvero l’opera a mezzo fra tradizione e avanguardia. Il lied di Les plaisirs sont deux, straniato dai recitativi, la filastrocca infantile di La marmellata, un monologo da teatro off, arie d’opera ingentilite dai flauti e spezzate da controllate sfuriate progressive … Un pout-pourri ben studiato e d’interessante eclettismo, specie nelle composizioni lunghe: manca, tuttavia, come spesso accade alla coeva musica italiana alternativa, sia il melodismo inarrivabile degli anglosassoni che la lucida follia dei continentali. Da ascoltare comunque. Donella Del Monaco, voce; Enrico Professione, violino; Pieregidio Spiller, violino; Alfredo Tisocco, tastiere; Luciano Tavella, flauto; Riccardo Perraro, violoncello; Tony Esposito, percussioni; Pierdino Tisato, batteria.

197. Orchid Spangiafora (Stati Uniti) - Flee past’s ape elf (1979). Undici collage concreti: dialoghi e spezzoni di trasmissioni radiofoniche e televisive scomposti e riassemblati per mezzo di reiterazioni, frantumazioni, esitazioni, in accordo a un gusto satirico che nasce dallo snaturamento della fonte originale. Non per tutti, ovvio. Rob Carey (è lui Orchid) li ideò e compose, ancora studente, nel 1974.

198. Out of Focus (Germania) - Four letter Monday afternoon (1972). Progressive/jazz piuttosto eclettico. Come spesso accade (è inevitabile vista la pubblicità martellante di tutte le storie del rock) si è portati a giudicare anche quest’album rilevando i manierismi e i richiami con i correlativi e coevi gruppi d’estrazione anglosassone, Jethro Tull e Soft Machine, ad esempio. Se riusciamo a far astrazione di tali ascendenze, giudicheremo il disco per quello che è: una miscela intelligente e fascinosa di timbri e sonorità anni Settanta (con un eccellente sezione fiati) che, pur senza evidenti picchi, riesce lentamente a consegnarsi alla nostra ammirazione. Da sentire. Moran Neumüller, voce, sassofono; Peter Dechant, voce, chitarra; Remigius Drechsler, voce, chitarra, flauto, sassofono; Michael Thatcher, tastiere; Hennes Hering, tastiere; Hermann Breuer, trombone; Jimmy Polivka, tromba; Ingo Schmid-Neuhaus, sassofono; Stepen Wisheu, basso; Grand Roman Langhans, bonghi; Klaus Spöri, batteria.

199. Ovary Lodge - Ovary Lodge (1976). Avanguardia, jazz, improvvisazione. In Fragment #6 lo scatenamento degli interpreti, esacerbato dai vocalizzi di Julie Tippets, segue il filone prevedibile dell’antiortodossia: nell’eresia sappiamo cosa attenderci. Nell’iniziale Gentle one says hello affiora, invece, una vena inquietante alla Ligeti che, in Communal travel (17’42’’), si tinge di un obliquo esotismo grazie alla strumentazione orientale. Da ascoltare. Keith Tippett, voce, tastiere, maracas; Julie Tippetts, voce; Harry Miller, basso; Frank Perry, voce, flauto, percussioni

200. Tony Oxley (Gran Bretagna) - Tony Oxley (1975). Improvvisazione pura anche per il batterista Oxley, qui con il suo sestetto. Come accade per la registrazione di Tippet, la prima traccia ci consegna una free form piuttosto prevedibile; gli altri brani si assestano, invece, su un incedere sommesso, irto di un insistito tramestare. Fa eccezione il borborigmo di South east of Sheffield. Howard Riley, tastiere; Evan Parker, sassofono; Paul Rutherford, trombone; Dave Holdsworth, tromba; Barry Guy, basso; Tony Oxley, batteria.

201. Evan Parker & Paul Lytton (Gran Bretagna) - Collective calls (urban) (two microphones) (1972). Improvvisazione jazz? Macché, devoluzione jazz. Parker suona il sassofono, forse il flauto, e sfiata in altri strumenti non immediatamente identificabili traendo ghiribizzi da camera imbottita; Lytton percuote il percuotibile a completamento d’uno scalpiccìo sonoro fitto di cocci e frantumaglie. Da ascoltare subito. Non in sequenza coi due precedenti di Ovary e Oxley, opere affini a Collective calls: ne uscireste, infatti, paghi d’eccentricità, ma stremati. Evan Parker, sassofono, flauti; Paul Lytton, percussioni.

1 commento:

  1. Thankyou for this continuing & epic project. Amazing stuff.

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