mercoledì 3 luglio 2013

Type O Negative - Bloody kisses (1993)/The best of Type O Negative (2006)


E se il lato migliore dei Type O Negative (da New York: Kenny Hickey, chitarra; Peter 'Steele' Ratajczyk, voce, basso; Josh Silver, tastiere; Sal Abruscato, batteria, sostituito, nel 1994, da Johnny Kelly) consistesse in una resa? Dopo l'esperienza con i Fallout e i fasti brutali dei Carnivore (con sublimi follie a metà fra l'Aryan Nations e l'eccezionalismo della destra americana: Male supremacy, Hitler Jesus, Armageddon, Sex and violence), Steele inaugura i Type O Negative con Slow, deep and hard; il disco, un repertorio di spunti per incubi (per dirla con Conrad), è davvero una delle pietre miliari del metal degli anni Novanta, in equilibrio fra psicopatia, potenza strumentale e il tappeto tastieristico; tutto questo al netto di alcune madornali scivolate nel kitsch più turgido (lamenti di dannati, torture assortite, rumor cruento di motoseghe, dichiarazioni omicidiali da cornuto), quell'impasto di puerilità e ferocia che, alla lunga, ha schiantato diversi sacerdoti metallici. Non che il kitsch non possieda un certo fascino, ma solo se preso a piccole dosi omeopatiche, per sanamente ingaglioffirsi, come usava fare un nostro antenato comune, Niccolò Machiavelli.
Bloody kisses già derubrica con cautela quegli assalti sonori: Black no. 1, Christian woman, la traccia eponima, Blood and fire sono i brani in cui le melodie si coloriscono, arricchendosi, di toni chiaroscurali e gotici (solo il frontismo di Kill all the white people rievoca gli antichi ardori nichilisti e fascisti; nonché alcuni brevi ed evitabili siparietti grand guignol).
I successivi lavori proseguiranno su tale falsariga. Ormai i Type O Negative navigano in pieno stile Sisters of Mercy grazie anche all'interpretazione catacombale di Steele; la facilità AOR tende agguati mortali, ma prima di caderne vittima i Nostri riescono a donarci, fra le altre cose, Everyone I love is deadToo late frozen e, soprattutto Love you to death, dove la magniloquenza della ritmica e delle tastiere entrano in simbiosi perfetta con un sorprendente afflato romantico.
Un piccolo capolavoro autunnale, sospeso (come sempre) fra Amore e Morte. 

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