venerdì 3 maggio 2013

Nurse With Wound list vol. 28 (Mama Dada 1919/Michael Mantler/Albert Marcœur/Maschine No. 9/Mars/Matè-Vallencien/Costin Miereanu)

NWW list vol. 29. Mars


164. Mama Dada 1919 (Stati Uniti) - Slow slits (1979; incompleto)/Slits, quick (1979). Formazione più che misteriosa (e non è detto che siano americani). La prima registrazione, su nastro e qui presentata incompleta (due tracce), è quella contemplata dalla lista, musicalmente omogenea alla seconda, integrale. Sono circa venti minuti di brevi improvvisazioni, che spaziano dall’elettronica agli assoli per chitarra senza alcun centro di gravità, in ottemperanza, peraltro, alla vena anarchica sottesa al nome. Da ascoltare.

165. Michael Mantler (Austria) - The hapless child and other inscrutable stories (1976). Formazione d’irripetibile levatura: Wyatt alla voce (strepitoso; canta anche la consorte Alfreda Benge), la grande jazzista Carla Bley alle tastiere (allora moglie proprio di Michael Mantler), il norvegese Terje Rypdal (belli i suoi intarsi chitarristici), una sezione ritmica eccezionale, DeJohnette-Swallow, il Pink Floyd Nick Mason … I pezzi (adattamenti dalle opere di Edward Gorey, sospese fra surrealismo e sarcasmo macabro) inclinano verso il progressive di Canterbury più raffinato e nero. Un capolavoro misconosciuto che Wyatt marchia a fuoco con le sue interpretazioni, più narrate che cantate. Robert Wyatt, voce; Albert Caulder, voce; Alfreda Benge, voce; Nick Mason, voce; Terje Rypdal, chitarra; Steve Swallow, basso; Carla Bley, tastiere; Jack DeJohnette, batteria, percussioni.

166. Albert Marcœur (Francia) - Albert Marcœur (1974). Primo lavoro di uno dei maestri europei di un progressive d’avanguardia bacato da un gusto lunare, fitto di sberleffi, dadaismi, provocazioni, marcette vaudeville, ma sempre compositivamente controllato. Qualcuno ha invocato Zappa: per una volta lasciamo riposare il santone californiano; qui è in essere quella maniera apparentemente svagata d’intendere la musica che è propria dell’area continentale europea, Francia in testa. Da ascoltare subito. Maurice Tasserie, voce; Michel Roy, voce; Patrice Tison, chitarra, tastiere, basso, charango; Robert Lafont, trombone; Albert Marcœur, voce, flauto, clarinetto, sassofono; batteria, percussioni; Pascal Arroyo, percussioni; Christian Sarrel, Claude, François Breant, Gerard Marcœur, Jacques Denjean, Joel Jovignot, Pascal Arroyo, Pascal Lefebvre, Pierre Vermeire, cori.

167. Mars (Stati Uniti) - Mars EP (1980) contenuto in The complete studio recordings (2004). Che la sestina volgesse di bene in meglio si era capito da subito … I Mars furono, più di tutti, più di Lydia Lunch, dei Contorsions, di Arto Lindsay, i cantori di quella no wave newyorkese che celebrava l’apocalisse urbana con una colonna sonora da camera imbottita: rumorismo, suoni spastici, dissonanze d’ogni tipo, distruzione armonica totale. Durarono un solo EP (e una manciata di singoli) e fecero epoca. Un capolavoro, ovviamente. Il protagonista maligno de Il seme della follia di Carpenter è Sutter Cane: chissà se il regista ha tratto ispirazione dal nome del chitarrista pazzo dei Mars. Sumner Crane, voce, chitarra; China Burg, voce, chitarra; Mark Cunningham, voce, basso; Nancy Arlen, batteria. 

168. Maschine No.9 (Germania) - Headmovie (1974). Già recensito qui. 

169. Philippe Maté/Daniel Vallancien (Francia) - Maté/Vallancien (1972). Improvvisazioni fra il sassofono di Maté e le tessiture elettroniche di Daniel Vallancien. Risultati variegati; in Cambodge 70 o Campus lo strumento a fiato sembra una delle trombe di Gerico; altre volte si vira verso suggestioni world. Interessante. Philippe Maté, sassofono; Daniel Vallancien, elettronica.

170. Costin Miereanu (Francia) - Luna cinese (1975). Varin M. Broun, voce. Romeno di nascita e francese di adozione, Miereanu studiò con Stockhausen e Ligeti. Luna cinese (fa parte del catalogo Cramps) consta di due lunghe composizioni (20’51’’; 20’23’’): l’una è costruita secondo la tecnica del collage sonoro, giustapponendo, quindi, voci, registrazioni sul campo, effetti acustici; l’altra, che abolisce la vocalità, è una liquida e arcana sequenza elettroacustica. Eccellente.

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