martedì 15 maggio 2012

Grateful Dead - Vintage Dead (1970)/Historic Dead (1971)


La data non inganni: i due live in questione, abbastanza rari, anche sul web, risalgono al 1966; Vintage Dead pare sia stato registrato fra il 16 e il 17 Settembre 1966 all'Avalon Ballroom di San Francisco; Historic Dead nell'Autunno dello stesso anno, fra l'Avalon Ballroom e il Matrix.
I Dead erano sulla strada per divenire i Dead; dissoltisi i Warlocks, i Nostri (Jerry Garcia, voce, chitarra; Bob Weir, voce, chitarra; Pigpen Ron McKernan, voce, tastiere, armonica; Phil Lesh, basso; Bill Kreutzmann, batteria) erano già famosi per le loro inacidite tirate dal vivo: qui li troviamo alle prese soprattutto con classici (Bob Dylan, Willie Dixon, Wilson Pickett, Elmore James) e tradizionali, ma opportunamente stravolti e, per ciò stesso, quasi di loro scrittura (i diciotto minuti di In the midnight hour).
Ho sempre avuto un rapporto controverso coi Dead, forse a causa delle tripartizioni instillate dalla scuola pubblica italiana; Mazzini-Cavour-Garibaldi, Copernico-Galileo-Newton, Sumeri-Assiri-Babilonesi, Carducci-Pascoli-D'Annunzio, Cesare-Pompeo-Crasso. Una forma mentis mutuata dalla mistica (Trinità, Trimurti ...), e poi applicata dai reduci scolastici anche in altri ambiti: Zoff-Gentile-Cabrini, Oriali-Collovati-Scirea ... e poi, inevitabilmente, in Inghilterra, Beatles-Who-Rolling Stones, e, a San Francisco, Jefferson-Quicksilver-Grateful. Purtroppo per Garcia e soci avevo un debole per Grace Slick e Kaukonen e per Happy trails e il grande John Cipollina; cosa dire? Li ho trascurati. In seguito, l'ascolto a tamburo battente dell'intera discografia (sterminata, soprattutto per i bootleg) mi ha riavvicinato a loro.
Questi concerti, come per i Can, sono una porta d'ingresso secondaria a cui accedere all'opera eccezionale dei californiani.
Non resta che ascoltarli.

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